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Gio Ponti, la collaborazione con le ditte Singer e Altamira e l’immagine postbellica del design italiano negli Stati Uniti

Pages 467-484 | Published online: 08 Jun 2023
 

ABSTRACT

L’articolo esplora il contributo di Gio Ponti alla definizione postbellica dell’immagine italiana Oltreatlantico attraverso la ricostruzione della collaborazione dell’architetto con le ditte di arredamento Singer & Sons e Altamira. L’identità italiana è declinata nei due casi con sfumature diverse, come diverse sono le due aziende. Singer è una ditta affermata che guardando a un pubblico medio-alto borghese chiede a Ponti progetti semplici e razionali, anche se più vivaci rispetto all’austerità dell’International Style. Altamira è una ditta recente e spregiudicata, più in sintonia col lato capriccioso e sofisticato di Ponti, che risolve la rivalità tra le due imprese distinguendo tra una produzione sobria per Singer e una ricca e creativamente più libera per Altamira. Il secondo orientamento finirà per prevalere gli occhi del pubblico americano, assecondando la costruzione di un’immagine artigianale-decorativa del design italiano e conseguentemente la sua femminilizzazione, tendente a neutralizzarne il potenziale competitivo rispetto alla produzione statunitense.

Disclosure Statement

No potential conflict of interest was reported by the author(s).

Notes

1 Un punto di riferimento è, da questo punto di vista, Designing Worlds: National Design Histories in an Age of Globalisation, a cura di Kjetil Fallan e Grace Lees-Maffei (New York–Oxford: Berghahn, 2016).

2 Grace Lees-Maffei, ‘A Special Relationship: The UK–US Transatlantic Domestic Dialogue’, in Fallan e Lees-Maffei, p. 188.

3 Emma Bond, ‘Toward a Trans-National Turn in Italian Studies?’, Italian Studies, 69.3 (2014), 415–24.

4 Per una rilettura del Made in Italy che tiene conto della prospettiva trans-nazionale, cfr. Elena Dellapiana, Il design e l’invenzione del Made in Italy (Torino: Einaudi, 2022).

5 Sul tema della relazione fra Italia e Stati Uniti si sono incentrati alcuni recenti progetti di ricerca: il progetto PRIN 2017 Transatlantic Transfers: The Italian Presence in Post-War America che ha coinvolto il Politecnico di Milano, le Università degli Studi Roma Tre, del Piemonte Orientale e di Scienze gastronomiche di Pollenzo; il progetto FSC 2017 ‘Più che un’amicizia’: la ricezione della cultura italiana negli Stati Uniti (1947–1963) dell’Università di Sassari.

6 Cfr., tra i contributi recenti, Stefano Casciani, ‘Giovanni and Gio’, in Gio Ponti, a cura di Salvatore Licitra (Cologne: Taschen, 2021), pp. 12–43; Francesca Zanella, ‘Triennale specchio dell’eccellenza’, in Gio Ponti: amare l’architettura, a cura di Maristella Casciato e Fulvio Irace (Firenze–Roma: Forma–MAXXI, 2019), pp. 84–87; Domitilla Dardi, ‘Una regia per il design italiano’, in Gio Ponti, a cura di Casciato e Irace, pp. 220–23.

7 Elena Dellapiana, ‘Italy Creates: Gio Ponti, America and the Shaping of the Italian Design Image’, Res Mobilis, 7.8 (2018), 19–48.

8 Lisa Licitra Ponti, Gio Ponti: l’opera (Milano: Leonardo, 1990), pp. 161, 164; Salvatore Licitra, ‘New Furniture: From Tailor-Made Furniture to Industrial design’, in Gio Ponti archi-designer, a cura di Sophie Bouilhet-Dumas, Dominique Forest e Salvatore Licitra (Paris–Milan: MAD–Silvana, 2018), pp. 199–203; Rosalynd Pepall, ‘“Il buon design è un buon affare”: la promozione del design italiano del dopoguerra in America’, in Il Modo Italiano, a cura di Giampiero Bosoni (Milano: Skira, 2007), p. 84; Mario Romanelli, Gio Ponti: A World (London: Abitare Segesta–Design Museum, 2002); Salvatore Licitra, ‘Furniture for Singer & Sons’ e ‘Altamira Showroom’, in Gio Ponti, a cura di Licitra, p. 260 e pp. 372–77; Daniel Sherer, ‘Gio Ponti a New York’, in Espressioni di Gio Ponti, a cura di Germano Celant (Milano: Triennale Electa, 2011), pp. 38–39; Roberta Lietti, Ico Parisi: design: catalogo ragionato 1936–1960 (Milano: Silvana, 2017), pp. 50–52, schede dei mobili, pp. 54–71; Roberto Dulio, ‘Con Gio Ponti tra decorazione, architettura e design’, in Pietro Zuffi: uno scenografo tra La Scala e Cinecittà, a cura di Giorgio Bolognesi e Antonio Castronuovo (Imola: La Mandragora, 2019), pp. 144, 150–57.

9 Valeria Casali, ‘Una favola americana: il carteggio transatlantico tra Josef Singer e Gio Ponti (1950–1979)’, Engramma, 175 (2020) <http://www.engramma.it/eOS/index.php?id_articolo=3974>.

10 La prima lettera di Singer a Ponti è del 31 gennaio 1950, ma dal carteggio si evince uno scambio antecedente.

11 Donald Brennan, ‘Across the Seas Collaboration for the New Singer Collection’, Interiors (December 1951), 121.

12 Singer a Ponti, 31 gennaio 1950, Gio Ponti Archives, Milano. (Quando non altrimenti indicato, le citazioni d’archivio seguenti provengono dalla stessa fonte). Per le opinioni di Singer sull’International Style, cfr. Josef Singer, ‘Comments on Contemporary Furniture’, Design Quarterly, 29 (1954), 12–18.

13 Ponti a Singer, 28 ottobre 1950.

14 Singer a Ponti, 7 febbraio 1950.

15 Ponti a Singer, 1 dicembre 1950.

16 Ibid., 15 dicembre 1950.

17 Ponti a Singer, 9 ottobre 1951.

18 Cfr. Antonella Camarda, ‘La decorazione necessaria: pleasure of living e interior design nell’opera di Bertha Schaefer’, L’Uomo Nero, n.s., 12.11–12 (2015), 164–81.

19 Singer a Ponti, 6 novembre 1951.

20 Singer a Ponti, 15 dicembre 1950. La scrivania è pubblicata in ‘Una casa non finisce mai’, Domus, 238, settembre 1949, p. 17.

21 Ritaglio stampa: D.B. (Donald Brennan), ‘Across the Seas Collaboration’ (Ponti Archives).

22 Singer a Ponti, 4 febbraio 1951. La preview si tenne prima che l’apparizione dei danni sui mobili costringesse a rinviarne la presentazione.

23 Betty Pepis, ‘Following Sculptural Lines’, New York Times, 4 November 1951.

24 Harriet Morrison, ‘New Furniture of 5 Designers Going on View’, New York Herald Tribune, 5 November 1951; Marilyn Hoffmann, ‘Early Colonial Pieces, Italian Sculpture Affect Modern Furniture Design’, The Christian Science Monitor, 5 November 1951; Ann Ruggles, ‘Imports Bring New Beauty to American Homes – Italy–Sweden Dominate Field’, New York World–Telegram and Sun, 10 November 1951.

25 Brennan, ‘Across the Seas Collaboration’.

26 Marilyn Hoffmann, ‘Miss Schaefer’s Furniture Rounds Out Artistic Flair’, The Christian Science Monitor, 5 March 1952. Penny Sparke sottolinea il carattere elitario dell’associazione mobili-scultura: ‘“A Home for Everybody?”: Design, Ideology and the Culture of the Home in Italy, 1945–1972’, in Modernism in Design, ed. by Paul Greenhalgh, (London: Reaction Books, 1990), pp. 185–202.

27 Cfr. Wawa J. Carpenter, ‘Designing Freedom and Prosperity: The Emergence of Italian design in Post-war America’, unpublished Master’s Thesis, MA Program in the History of Decorative Arts and Design Cooper-Hewitt, National Design Museum, Smithsonian Institutions and Parsons, The New School for Design, 2006; Catherine Rossi, Crafting Design in Italy: From Post-War to Postmodernism (Manchester: Manchester University Press, 2015), pp. 12–16; Raffaele Bedarida, ‘Operation Renaissance: Italian Art at MoMA, 1940–1949’, Oxford Art Journal, 35.2 (2012), 147–69; Penny Sparke, ‘The Straw Donkey: Tourist Kitsch or Proto-Design? Craft and Design in Italy, 1945–1960’, Journal of Design History, 11 (1998), 59–69; Rossi, Crafting Design in Italy, pp. 16–27.

28 ‘Their Fine Italian Hands: Encouraging Work in a Ruined Country’, Interiors (July 1947), 80–83; ‘With a Fine Italian Hand’, Architectural Record (November 1948), 100–04.

29 Singer a Ponti, 6 novembre 1951.

30 Singer a Ponti, s.d. (gennaio 1952).

31 Ibid., 31 ottobre 1953.

32 Ponti a Singer, 19 febbraio 1952.

33 Ponti a singer, 19 febbraio 1952; Ponti a Singer, 11 marzo 1952.

34 P. (Gio Ponti), ‘Necessità della fantasia’, Domus, 236, maggio 1949, pp. 34–35; Gio Ponti, ‘Insegnamento altrui e fantasia degli italiani’, Domus, 259, maggio 1951, pp. 10–13: 12.

35 G. P. (Gio Ponti), ‘Ragionamento sulla “decorazione pura”’, Domus, 266, gennaio 1952. Cfr. Lisa Licitra Ponti, Gio Ponti: l’opera (Milano: Leonardo, 1990), p. 136. Per le idee pontiane sul decorativo, Giuliana Altea, Il fantasma del decorativo (Milano: Il Saggiatore 2012), pp. 172–77.

36 Piero Piccioni, Gio Ponti: le navi: il progetto degli interni navali (1948–1953) (Milano: Idea Books, 2007); Gio Ponti, ‘Considerazioni su alcuni mobili’, Domus, 243, febbraio 1950, pp. 26–29; ‘Un negozio grafico’, Domus, 246, maggio 1950, pp. 6–9; Gio Ponti, ‘Casa di fantasia’; e Gio Ponti, ‘Opere d’arte nella “casa di fantasia” e la pittrice cantastorie’, Domus, 270, maggio 1952, pp. 28–37 e 40–43; ‘Un negozio grafico’.

37 George Nelson, ‘Blessed are the poor…’, Interiors (July 1948), 71.

38 ‘An Architects’ Country’, Interiors (July 1948), 108–09.

39 Carpenter, Designing Freedom, pp. 97–98.

40 Meyric R. Rogers, Italy at Work: Her Renaissance in Design Today, Published in Italy for The Compagnia Nazionale Artigiana, 1950, p. 26.

41 ‘Una sala da pranzo da guardare’, Domus, 253, dicembre 1950, pp. 28–29.

42 Singer a Ponti, 9 dicembre 1950.

43 Singer a Ponti, 4 febbraio 1951.

44 Edward Barry, ‘Arts and Crafts of Italy Reflect Life and Charm’, Chicago Daily Tribune, 15 March 2019; Mr Harper, ‘After Hours’, Harper’s Magazine, 1 March 1951, pp. 99–102 (p. 102).

45 Ponti conobbe Huxtable a New York nella primavera 1954: Ponti a Singer, 18 giugno 1954.

46 Ada Louise Huxtable a Paolo Chessa, 14 ottobre 1952, The MoMA Archives, NY: Modern Movement in Italy, 1953–58, IOE-D-1-53. (Gli errori e la sottolineatura sono nel testo originale.)

47 ‘Estimates and Costs’, s.d., The MoMA Archives, NY: Modern Movement in Italy 1953–58, IOE-D-1-53.

48 Edgar Kaufmann, Jr. a Ponti, 6 novembre 1951 . Il MoMA aveva rifiutato di ospitare Italy at Work: cfr. Carpenter, Designing Freedom, pp. 97–98.

49 Walter D. Teague, ‘Nona Triennale di Milano’, Interiors (September 1951), 92–123 (p. 122), 93, 116. Per lo strascico polemico, cfr. le lettere di Betty Chamberlain, Publicity Director del MoMA (November 1951, p. 10), Teague (December 1951, p. 8) e Edgar Kaufmann, Jr. (March 1952, p. 8).

50 Singer a Ponti, 8 aprile 1952, GPA.

51 Sulla collaborazione Ponti–Altara, cfr. Giuliana Altea, ‘Gio Ponti, la decorazione e la pittrice cantastorie’, Forme Moderne, 1.2 (2009), 92–95.

52 Singer a Ponti, 6 novembre 1951, GPA.

53 S.H., ‘On and Off the Avenue’, The New Yorker, 5 January 1952, pp. 60–62.

54 ‘This New American Furniture Shows a Fine Italian Hand’, House & Garden, March 1952, pp.134–37.

55 Jane Fiske, ‘Classicism Reconsidered: The Ponti’s style’, Interiors (July 1952), 74–79.

56 Olga Guelft, ‘Ascetic and Sybarite: The Masks of Ponti’, Interiors (December 1952), 74–77.

57 ‘Gio Ponti Universal Man’, Vogue, 15 September 1954, pp. 98–101.

58 Lo stesso atteggiamento Ponti aveva verso il mercato in generale: cfr. Domitilla Dardi, ‘Una regia per il design italiano’, in Casciato e Irace, pp. 220–23 (p. 221).

59 Gio Ponti, ‘America, Handicraft, CADMA: una occasione che può divenire storica per gli artisti e per gli artigiani italiani’, Domus, 226, luglio 1948, pp. 32–38 (p. 37).

60 Marchio depositato il 9 agosto 1953: cfr. Official Gazette of the United States Patent Office, 687, 19 October 1954. Il nome Altamira scaturiva da un concorso vinto da Pietro Zuffi: cfr. ‘Triennale personalities’, Furniture Forum (1954), s.p.. Ringrazio Hans van der Klis per avermi segnalato l’articolo.

61 Cfr. Dominick Dunne, ‘The Rockefeller and the Ballet Boys’, Vanity Fair, February 1987. https://www.vanityfair.com/magazine/1987/02/dunne198702.

62 Van Hulzen aveva recitato anche in Roma città aperta di Roberto Rossellini (1945).

63 De Vroom a Arnold Singer, 12 giugno 1953.

64 ‘Triennale Personalities’, Furniture Forum (1954), s.p. De Vroom aveva lavorato per l’architetto Giovanni Vedres, prima di seguire De Cuevas negli USA nel 1950.

65 De Vroom a Ponti, 24 settembre 1953.

66 De Vroom a Arnold Singer, 12 giugno 1953.

67 Ponti a Singer, 9 giugno 1953.

68 Ponti a Mollino, 23 giugno 1953.

69 Ponti a Singer, 17 giugno 1953.

70 Singer a Ponti, 15 giugno 1953.

71 Ponti a Singer, 19 giugno 1953.

72 Ibid., 30 giugno 1953.

73 Ponti a Altamira, 14 giugno 1953.

74 De Vroom a Ponti, 1 luglio 1953.

75 Ponti a De Vroom, 1 settembre 1953; De Vroom a James Plaut, 26 gennaio 1953.

76 Ponti a Van Hulzen, 21 settembre 1953.

77 Ponti a Van Hulzen, 21 settembre 1953.

78 Ponti a Bega, 24 e 25 settembre 1953. Ponti esprime giudizi negativi anche su altri collaboratori di de Vroom suggeriti da Bega, Vietti, Lacca e Villani.

79 Ponti a De Vroom, 11 novembre 1953. Ponti stimava molto Laverne: ‘Interno di una sala d’esposizione a New York’, Domus, 272, luglio 1952, pp. 35–37; ‘Una produzione esemplare’, Domus, 272, luglio 1952, pp. 38–39. Curiosamente, Laverne gli proporrà una mostra nella propria sede puntando sul Ponti più decorativo (Ponti a Singer, 4 luglio 1957), e nel 1958 importerà i suoi mobili decorati da Fornasetti: ‘Traditional and Modern Blend for New Look in Imports’, New York Times, 4 June 1958.

80 De Vroom a Ponti, 16 novembre 1953.

81 Ponti a Van Hulzen, 19 gennaio 1954.

82 ‘Mobili italiani per l’America’, Domus, 292, marzo 1954, pp. 57–72. Domus pubblica una scrivania Ponti-Altamira già nel dicembre 1953.

83 ‘Relazioni sulle sedute del 27 gennaio e del 31 gennaio’, s.d. (febbraio 1954); Ponti a De Vroom, 20 febbraio1954; ‘Partecipazione degli Stati Uniti alla Decima Triennale’, 4 gennaio 1953 [ma 1954]; Ponti a Van Hulzen, 19 gennaio 1954.

84 De Vroom a Ponti, 27 maggio 1954.

85 Ponti a De Vroom, 7 ottobre 1954.

86 Betty Pepis, ‘New Collection of Italian Furniture Relies on a Lavish Use of Surface Ornamentation’, New York Times, 1 May 1954. Cfr. anche ‘Entertaining: Italian Influence on America Decor: A Six-Page Study’, Vogue, 15 October 1954, pp. 116–21, 148; ‘Italian Potpourri’, Interior Design, November 1954, pp. 26, 32.

87 Betty Pepis, Betty Pepis’ Guide to Interior Decoration (New York: Reinhold, 1957).

88 Singer a Ponti, 15 giugno 1953.

89 Il tavolo Singer ‘piece 6’ è identico al tavolo Altamira 202.

90 De Vroom a Ponti, 1 ottobre 1954 e 14 gennaio 1955.

91 Ibid., 12 ottobre 1954.

92 Ponti a De Vroom, 22 dicembre 1954.

93 Altamira, catalogo, New York, s.d. (1954). Ringrazio Roberta Lietti per aver condiviso con me questo e altri documenti.

94 Ponti a De Vroom, 8 aprile 1955.

95 Ponti a Singer, 31 agosto 1955.

96 Rita Reif, ‘Furniture Buyers Save On Discards by Makers’, New York Times, 26 March 1964. De Vroom morì nel 1975, assassinato da un teppista rimorchiato per strada.

97 Singer a Ponti, 7 ottobre 1956.

98 B. D. (Betsy Darrach), ‘Singer’s radiant spaces’, Interiors (December 1956), 118–21 (p. 118).

99 Ponti a Singer, 11 ottobre 1956.

100 Ibid., 20 e 23 luglio 1957.

101 Ponti a Singer, 5 ottobre 1957.

102 ‘The Pleasures of Ponti’, Time Magazine, 9 September 1957, p. 92; Agnes Ash, ‘Fork, Washstand, House: Ponti Redesigns Them All’, New York Times, 16 January 1958.

103 Singer a Ponti, 1 settembre 1961. Alla chiusura della ditta contribuì un’insostenibile pressione sindacale: ‘Oral history interview with Bertha Schaefer’, 20–22 April 1970, Archives of American Art, Smithsonian Institution, Washington, D.C.

104 Gio Ponti, ‘L’interesse americano per l’Italia’, Domus, 292, marzo 1954, p. 56.

105 L’idea della continuità tra la cultura italiana pre- e post-bellica era stata rispecchiata nella Triennale di Milano del 1951 dalla mostra-omaggio dedicata a tre protagonisti degli anni tra le due guerre, Giuseppe Pagano, Edoardo Persico e Raffaello Giolli. In merito all’atteggiamento italiano nei confronti del concetto di ‘nuovo rinascimento’, sono indicative le posizioni critiche manifestate da Corrado Cagli, ‘Today’s “Italian Renaissance”’, Harper’s Bazaar, March 1948, pp. 232–37; e da Gio Ponti, ‘L’interesse americano per l’Italia’, Domus, 292, marzo 1954, p. 56.

106 Tra questi Ada Louise Huxtable. Cfr. la sua introduzione a The Modern Movement in Italy, The MoMA Archives, NY, CE II.1.81.1.3.

107 Maristella Casciato, ‘Between Craftsmanship and Design: Italy at Work’, in La arquitectura norteamericana, motor y espejo de la arquitectura española en el arranque de la modernidad (1940–1965), a cura di José Manuel Pozo Municio e Javier Martínez González (Pamplona, Spain: T6 ediciones, 2006), pp. 9–18.

108 Jeffrey Lieber definisce ‘politica di pastoralizzazione’ questo atteggiamento: Flintstone Modernism or The Crisis in Post-War American Culture (Cambridge, MA, and London: The MIT Press, 2018), pp. 90–95.

109 La femminilizzazione così come la primitivizzazione dell’Altro sono tipiche della visione colonialista, alla quale la rappresentazione americana della cultura italiana postbellica è stata avvicinata. Cfr. Rossi, Crafting Design in Italy, p. 21; e Giuliana Altea, ‘At First a Stimulus, Later an Influence: Interiors e l’Italia’, relazione al convegno The Italian Presence in Post-war America, 1949–1972: Architecture, Design, Fashion, Politecnico di Milano, aprile 2022 (in corso di pubblicazione).

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